domenica 6 novembre 2011

nevermind

scrivo qualcosa per me stanotte.
forse lo faccio sempre.
nell'insicurezza di piacere e nella certezza del piacere
mi ritrovo tra braccia desiderabili ma non desiderate.
eppure tu, forse solo quello di cui avevo bisogno,
sei ancora qui e vorrei mi cullassi per tranquillizzarmi.
noi non stiamo più insieme e io faccio solo guai goffi e mi imbruttisco.
non sarò mai la donna che voglio e nemmeno mai la donna che sono.
la bussola fiorita con cui volevo mostrarti la bellezza del mondo
non l'ho mai posseduta davvero.
ti ho ingannato e mi sono ingannata pensando di poter fare diversamente.
devo solo lasciarti andare adesso.

mercoledì 19 ottobre 2011

il mio canto livido sei tu

ora non voglio più leggere niente.
ora ho veramente finito.
alla fine l'abito fa il monaco, la categoria e le puttane a cui fai riferimento.
dove cazzo è il pulsante giusto?
dove si spegne questo muscolo meschino?
sono sempre stata troppo lontana?
oppure mi hai sfiorato?
forse il sapore dei miei baci era brutto, il mio sorriso fievole, il mio respiro rotto.
o più semplicemente era tutto troppo vivo per te?
mangia cibo inguainato e lasciami le mie morbidezze.
non avrò mai cerotti sulla bocca, mai!
l'inverno coprirà tutto, pure i germogli non avranno scampo.

lunedì 3 ottobre 2011

solchi.

il solco e' il tuo sorriso che piange,

un insetto cacciato con troppa maestria e lo sguardo manchevole dei tuoi occhi attraversa mari infiniti, partirai di nuovo attraverso il muro della mia finestra, io ti vedro' volare e piano accennero' a un saluto.

perche' altro non potrei. un cuore stanco e uno schermo, o forse i cuori sono due e l'etere, maligno, ti tiene sospeso, come in cui quadri dove su rocce volanti torreggiano castelli. il mio castello e' di sabbia e sputo, aspetto solo il lupo che venga qui a soffiarlo giu', togliero' un'altra stanza la prossima volta che ricostruisco, togliero' il letto e il comodino dove poggio gli occhiali e lascero' evaporare tutta l'acqua per non poter piu' dissetare la mia sete notturna e ballero' appesa a un cappio che mi strappi via le mie mani mute.

tu morirai vecchio e sereno, perche' io ho il dono del tempo. come potevo essere cosi' fasulla?

il mio sorriso e' un solco per raccogliere le lacrime.

sabato 8 gennaio 2011

dismay

le ore disumane sono quelle che passi mentre soffri.
io non pensavo che fosse cosi', ma ho sempre diffidato delle case troppo pulite.
da due giorni so che il mio ultimo pezzo di cuore e' stato condannato.
e' una condanna giusta, dolce in un mondo aspro.

ho paura.